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Corona e Caner con il presidente Dal Farra Ad Agrimont

A Longarone Fiere Dolomiti lo scrittore ha parlato di siccità e agricoltura

«L’agricoltura è vita. E lo è soprattutto nelle terre alte, dove rappresenta manutenzione, cura, lavoro e sacrificio. Senza contadini la montagna muore». Messaggio forte e chiaro quello lanciato da Mauro Corona, ospite d’onore a Longarone Fiere Dolomiti.

Nell’ultima giornata di Agrimont lo scrittore ertano, habitué dello spazio fieristico, è passato alla Mostra dell’agricoltura di montagna, in cerca di una motosega. È arrivato di buon mattino – bandana in testa – e ha ricevuto dal presidente di Longarone Fiere Dolomiti e dal sindaco la tessera d’onore. Poi, bagno di folla tra gli stand, in una domenica che ha registrato fin da subito la coda all’ingresso.

Tra una foto e l’altra, richiestissimo dai visitatori e dagli standisti di Agrimont, Corona ha parlato del valore dell’agricoltura in generale, e di quella di montagna in particolare.

«Una decina di anni fa ho scritto il libro “La fine del mondo storto”. È il racconto di un mondo che precipita verso la distruzione, che viene salvato dai contadini, da coloro che riescono a produrre la sopravvivenza con le mani» ha detto Corona, intervistato ad Agrimont. «Io vengo a tutte le fiere di Longarone e quest’anno ho visto una frequentazione maggiore. Abbiamo riscoperto il ritorno alla terra, al semplice orto, al geranio, allo sfalcio, alla cura dei boschi. A Milano l’hanno capito: fanno gli orti verticali, nei palazzi si realizzano piccoli orti, ricavando spazi anche dove non ci sono. L’hanno capito che l’uomo senza l’agricoltura è morto. I politici, del resto, cosa mangiano? Trump, Biden, Putin… mangiano i prodotti della terra. Da lì non c’è scampo. E bisogna capire che oggi è necessario mettere da parte i prodotti della terra, non soldi, per far soffrire di meno il mondo. Mettere da parte grano, legumi, formaggio… e acqua».

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