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Giorgia Cortelezzi, - Direzione agroambiente programmazione e gestione ittica venatoria sede territoriale di Belluno - Ufficio caccia e pesca provincia di Belluno

Spiegato all’interno di “Caccia, pesca, natura” a Longarone Fiere il piano provinciale per corvidi e cinghiali

Padrin: «Abbiamo raccolto le esigenze del mondo agricolo, fondamentale presidio della montagna»

La Provincia di Belluno ha presentato oggi a Longarone Fiere, nell’ambito di “Caccia, pesca, natura” i piani di controllo della fauna selvatica che arreca danni alle colture. E ha raccolto diversi spunti da parte delle associazioni di categoria agricole. «L’obiettivo è rinsaldare sempre di più il rapporto sinergico tra mondo venatorio e mondo agricolo, con la finalità di prevenire i danni alle colture e dare una mano al settore primario, che costituisce un presidio irrinunciabile della montagna. E la Provincia, attraverso l’attività di coordinamento e controllo del suo corpo di Polizia, è l’anello di congiunzione ideale» ha detto in apertura il presidente Roberto Padrin. «L’ex consigliere Franco De Bon aveva avviato il “tavolo verde”, costituendo un sistema di lavoro di squadra perfetto. Ora dobbiamo proseguire su quella traccia, a beneficio non solo di agricoltori, allevatori e cacciatori, ma dell’intero territorio».

I DATI
Il convegno organizzato dalla Provincia si è concentrato sul controllo in particolare di due specie molto impattanti sulle attività agricole: i corvidi (corvi e cornacchie) e il cinghiale. Per i primi è previsto un piano con diverse misure possibili, fino all’abbattimento. Per il secondo, specie non autoctona e soggetta a rischio sanitario per la diffusione della peste suina, è contemplata l’eradicazione. Negli ultimi mesi l’amministrazione provinciale ha organizzato corsi abilitanti per nuovi operatori addetti al controllo, che hanno formato oltre 250 persone sul fronte dei corvidi.
Nel 2022 sono stati 574 gli abbattimenti di cinghiale (in calo rispetto ai 1.033 del 2021), mentre nei primi tre mesi del 2023 su 431 uscite di operatori autorizzati sono stati registrati 82 abbattimenti.
Per il futuro, la Provincia sta studiando una app dedicata per le uscite di controllo faunistico, così da facilitare il flusso informativo e agevolare l’azione degli operatori, anche attraverso una bacheca elettronica unica e un portale informativo per la raccolta e l’analisi dei dati.

LE RICHIESTE DEL MONDO AGRICOLO
Dalle associazioni agricole (Coldiretti, Cia e Confagricoltura) è arrivata la richiesta di intensificare le azioni di controllo. E di attivarne di nuove anche per altri ungulati, oltre al cinghiale, in particolare il cervo. Tra gli auspici, anche quello di creare un centro lavorazioni carni per valorizzare la selvaggina.
«Oggi abbiamo una emergenza – hanno detto Diego Donazzolo (Confagricoltura), Michele Nenz (Coldiretti) e Rio Levis (Cia) -. Gran parte del territorio è abbandonato e l’alleanza tra mondo venatorio e agricoltura è importantissima per riprendere in mano ampie aree della montagna».

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